di Laura Bumbalova
In questo periodo la Sala dello Scudo, come buona parte dell’appartamento ducale, è chiusa al pubblico, presto, però, verrà riaperta e se non ci siete mai stati sicuramente vi incuriosirà, ne sono certa!
Lo sguardo viene attratto dalle numerose carte geografiche, la cui presenza ha vari significati, primo fra tutti quello di mostrare l’estensione dei territori della Repubblica, delle terre che potevano essere interessanti da un punto di vista strategico e commerciale, ma soprattutto si presentavano come manifestazione del potere politico ed economico della Serenissima.
La Sala dello Scudo era un sala importante all’interno dell’appartamento ducale, un luogo di rappresentanza, in cui il doge in carica esponeva il suo stemma nobiliare.
Sala dello Scudo, appartamento del doge
Le fonti ci informano che le prime carte geografiche di questa sala furono realizzate nel XVI secolo. Giovan Battista Ramusio per esempio fece una carta del Mediterraneo, oggi sostituita da una nuova carta del 1762 realizzata dal cartografo Francesco Griselini. Nella copia Settecentesca il pittore Giustino Menescardi aggiunse Venezia al centro del Mar Mediterraneo.
Giovanni Domenico Zorzi realizzò, invece, la mappa dell’Asia Minore, mentre Giacomo Gastaldi quella del Mediterraneo orientale e dei Viaggi di Marco Polo.
Nel XVIII secolo, su commissione del doge Marco Foscarini tutte le carte vennero rifatte, il compito venne dato sempre a Francesco Griselini. Il cartografo Settecentesco seguì il modello Cinquecentesco, ma le arricchì con i ritratti dei celebri esploratori veneziani: Nicolò e Antonio Zen, che si spinsero sino alla Groenlandia; Pietro Querini che dopo essere naufragato sui fiordi norvegese tornò a Venezia con lo stoccafisso; Alvise da Mosto, scopritore delle isole di Capo Verde e Giovanni Caboto che assieme al figlio Sebastiano scoprì il Canada nel 1497, sostenuto nelle sue imprese dal re d’Inghilterra Enrico VII.
Giovanni Caboto, particolare della Sala dello Scudo
Tra carte geografiche, viaggiatori e i due mappamondi Settecenteschi in questa splendida sala possiamo ripercorrere le rotte dei viaggiatori veneziani che hanno contribuito a fare grande Venezia.