di Laura Bumbalova
Oggi anche io voglio indossare delle scarpe rosse, in segno di protesta contro la violenza sulle donne. Quella violenza bestiale, subdola, vigliacca che vede protagonisti alcuni uomini.
Elina Chauvet, l’artista messicana, che per prima ha fatto un’installazione di scarpe rosse contro il femminicidio.
Ho avuto modo, anche nell’arco degli anni di lavoro di mediatrice culturale, di incontrare e scontrarmi con realtà maschili violente. E’ un fenomeno che non conosce età, non conosce status sociale, non ha confini geografici.
René Magritte, Il doppio segreto. Che ci fa capire come bisogna sempre diffidare delle apparenze.
L’uomo violento cerca di sottomettere la donna, le dice cosa e come pensare, cerca di svalutarla, di portarla a dubitare delle proprie capacità e convinzioni, agisce sulle sue percezioni.
Una delle tragedie più grandi provocate dalla violenza è la dipendenza emotiva che la vittima sviluppa nei confronti del proprio aguzzino, il salvatore e il vessatore sono spesso nella sua mente un’unica persona.
René Magritte, Lo stupro. Qui il volto femminile è annullato e tramutato in oggetto del desiderio, da possedere e dominare.
La prepotenza, l’abuso di potere, la mancanza di rispetto sono il terreno di cui si nutre la violenza.
Davanti a questi uomini narcisiti, manipolatori, possessivi, la donna dalle scarpe rosse è una nemica, è una presenza scomoda, insopportabile, perché ribelle. Oggi metto anche io le scarpe rosse, mi vesto di rosso e dico a voce alta – Basta! No alla violenza sulle donne!